La borsa ritrovata

Non ho mai viaggiato così tanto e così spesso come quest’anno. E mai come quest’anno ho dimenticato sui sedili di treni e autobus sciarpe, cappelli, borracce e una busta della spesa. Ah no, quella l’ho lasciata direttamente alla stazione.

Insomma, che io sia una di quelle persone che prima di scendere dal mezzo deve controllare con lo sguardo laser che il sedile appena abbandonato non sia il banco di un mercatino dell’usato non è una novità. Se poi quel giorno sono al limite della stanchezza o il viaggio prevede dodici cambi di treno e sono piena di bagagli, le probabilità di perdere qualcosa aumentano a dismisura. Tuttavia, non avrei mai pensato né di arrivare a dimenticare la borsa (con il portafoglio dentro), né di poterla poi ritrovare senza fare fatica.

E invece è successo.

Era un venerdì mattina e avevo preso il treno per Bolzano. Ero particolarmente rincoglionita ma mi sembrava di essere sulla via del risveglio, ero un po’ preoccupata che il treno facesse tardi e che mancassi la coincidenza (non era l’unica che dovevo prendere). E anche di azzeccare stazione perché dovevo scendere in un anonimo paesino austriaco da cui non ero mai passata.

Forse perché una parte di me era impegnata a essere preoccupata, forse perché ero ancora assonnata, forse perché con la metà dei miei sensi stavo controllando cosa faceva un signore fuori di melone che per tutto il viaggio ha messo musichette per bambini, ma quando sono scesa dal treno ho preso la valigia ma la borsa no.

Mentre aspettavo l’altro treno (fortunatamente al binario di fronte) mi si è parata davanti una signora col velo che era in treno con me e mi porgeva una borsa. Io l’ho guardata un po’ interrogativa, mi ci è voluto un attimo o due ma poi mi sono accorta che quella…era…LA MIA BORSA!

Mi sono tastata e in effetti no, non ce l’avevo a tracolla. Ho sgranato gli occhi, mi è quasi preso un colpo. Sono diventata rossa come un peperone, ho guardato la signora come se fosse un’entità sovrannaturale e ho farneticato qualche esclamazione di stupore e immensa riconoscenza (non mi venivano le parole, ma che gli dici a una che ti salva così?!). Anche lei era contenta e mi ha risposto con un sorriso gentile.

Quando succede una cosa del genere sa di miracolo. E i miracoli ti fanno sentire protetta da qualcosa di più grande. Non c’erano molte probabilità che la donna si accorgesse che avevo lasciato la borsa sul sedile e che avesse anche il tempo di venirmi a cercare per riportarmela e che io in quel momento non fossi già infilata in un altro treno. Non capisco come si possa non credere ai miracoli.

All’inizio avevo pensato “Elisa ma non importa se sei stanca, non puoi mica fare questi numeri”. Poi però ho pensato “E invece posso, mi è permesso essere umana, fallibile e in bisogno di aiuto.” E infatti poi l’aiuto è arrivato. La borsa è incredibilmente tornata da sola. Come un boomerang. E con tutti i soldi dentro per giunta!

In questi momenti ho come l’impressione che a differenza mia, l’universo mi ami profondamente nonostante i miei difetti e mi protegga, così che io non debba vivere nella paura dell’errore. E notare questo mi mette in una condizione di grandissima pace.

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